Le piaghe del commercio locale

Le 3 piaghe di cui è vittima il commercio locale

Etna, siccità e traffico! Queste sono da sempre le 3 grandi piaghe di cui è vittima la Sicilia e, in particolare, “Palemmo”!

Ce lo dice lo “zio” in una scena epica di Johnny Stecchino, aggiungendo che le prime due sono dovute alla natura mentre la terza è dovuta all’uomo che potrebbe fare ma non fa!

Un altro ambito in cui sono diverse le “piaghe” che penalizzano chi si muove al suo interno è il commercio a livello locale e, ascoltando la pancia degli imprenditori, dei commercianti, dei professionisti, sembra di ascoltare un adattamento del geniale monologo del film di Benigni.

L’economia locale e le 3 piaghe di cui è vittima

E quali sarebbero queste piaghe che attanaglierebbero l’economia locale?

Basta dare un’occhiata ai post social di questo periodo e ci possiamo benissimo rendere conto che le 3 piaghe a cui si fa riferimento sono:

  1. I centri commerciali e la vendita online – Sarebbero questi, insieme alla GDO, i grandi nemici che in questi anni stanno pian piano portando via clientela, fatturato e margini alle attività locali;
  2. Gli affitti – I costi per avere un’attività i cui muri non sono di proprietà inizierebbero a pesare come macigni sulle economie delle piccole attività. Gli affitti come, del resto, tutto ciò che è costo fisso, rappresenta sostanzialmente un peso sempre più insostenibile perché i fatturati e i margini non bastano più.
  3. I parcheggi – Ebbene sì, il fatto che la clientela non abbia modo di parcheggiare agevolmente sembrerebbe essere diventato un aspetto determinante per il successo o meno di un’attività. Non il fatto che un cliente sappia della nostra esistenza o della nostra promozione o dei nostri nuovi arrivi. Il problema sembrerebbero essere i parcheggi.

E se ci fosse anche un altro il problema?

Al di là del tono un po’ irriverente usato finora, i tre punti appena toccati sono aspetti effettivamente delicati e ai quali va trovata presto una soluzione sia in termini di normative sia in termini di sgravi e incentivi.

Ma quello su cui però voglio puntare è il fatto che in concomitanza con questa crisi profonda, in atto ormai da oltre 10 anni, si è affiancata in modo repentino e devastante la RIVOLUZIONE DIGITALE.

E il problema più grande è che a livello imprenditoriale ci si ostina solo a contrastarla invece, anche, di integrarla.

Chi in questi anni ha capito come la rivoluzione digitale abbia stravolto la vita di tutti noi, ha creato imperi dal nulla, cavalcando il nuovo modo che il cliente ha di approcciarsi al mercato, agli acquisti, alle informazioni.

Il cliente è informato, veloce e soprattutto sempre e ovunque connesso. E gli imprenditori?

Se da clienti, da consumatori, abbiamo assimilato il grande cambiamento che sta subendo la società ad opera della rivoluzione digitale, da imprenditori fatichiamo a integrare questo nuovo modo di muoversi del cliente.

Da consumatori siamo cambiati senza, forse, rendercene conto, presi dalla frenesia e dall’entusiasmo che l’innovazione tecnologica porta con sé:

  • Abbiamo abbandonato gli elenchi del telefono perché basta fare una ricerca su Google;
  • Abbiamo smesso di spedire cartoline postali perché adesso ci tagghiamo e registriamo sui social;
  • Non chiediamo più indicazioni stradali ai passanti ma abbiamo un navigatore sempre con noi;
  • Prenotiamo alberghi, treni, aerei, ristoranti tramite delle app dedicate attraverso uno smartphone;
  • Paghiamo il caffè con un app e facciamo bonifici in home banking mentre lo beviamo;
  • Non aspettiamo più il meteo alla fine del telegiornale ma abbiamo un’app!
  • Non leggiamo più una Famiglia Cristiana vecchia di 6 mesi quando siamo in attesa dal medico;
  • Guardiamo intere serie TV al telefono, partite di calcio in mobilità, ascoltiamo la radio;
  • Non compriamo più una fotocamera perché facciamo tutto con lo smartphone;

Da imprenditori invece continuiamo a fare le cose che abbiamo sempre fatto:

  • Distribuzione volantini e inserzioni su stampa come uniche forme di visibilità;
  • Sconti e promozioni come se non ci fosse un domani;
  • Utilizzo approssimativo dei social e degli strumenti digitali;
  • Solo ed esclusivamente iniziative di tipo passivo (vetrina, manifesti, cartoline eccetera) senza interagire con la clientela in modo diretto (raccolta dati, profilazione, segmentazione, invio messaggi email o WhatsApp/Messenger, analisi delle abitudini d’acquisto eccetera).

Volendo potrei continuare ma penso che il concetto sia chiaro: il mondo è cambiato e tutto quello che abbiamo sempre fatto non ha più quell’efficacia su cui abbiamo sempre fatto affidamento.

Occorre dare un “perché” al cliente affinché scelga noi e, come concetto, è vecchio come il mondo ma sono cambiati gli strumenti e le tempistiche e questo “perché” va comunicato quindi sui canali che il cliente oggi utilizza e in modo tempestivo.

Possiamo essere entusiasti per questa tecnologia in continua evoluzione o possiamo demonizzarla ma non potremo mai contrastarla in modo efficace, è una battaglia persa. E’ meglio capire quale sia il nuovo contesto, i nuovi strumenti, le nuove abitudini e adattare al meglio le nostre strategie al nuovo mercato.

La rivoluzione digitale non aspetta: se adattiamo le nostre strategie al nuovo contesto, abbiamo qualche speranza, diversamente non ci saranno riduzioni di affitto o nuovi parcheggi che potranno salvarci!

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Se la tua gestione del cliente (trovarne di nuovi e mantenere quelli che già hai) sta attraversando un periodo complicato, ti invito a prendere in considerazione un cambio netto di strategia. Ciò che hai sempre fatto ti ha portato fino ad oggi ma le condizioni che c’erano fino a poco tempo fa non ci sono più. Con una chiacchierata di un’oretta, potremmo analizzare la tua situazione attuale dal punto di vista marketing.

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