Con i bonus paghiamo le bollette, ma poi?!

Aiuti sì, ma di che tipo?

Che lo Stato debba venire in soccorso dei cittadini, delle attività economiche e di tutto ciò che tiene in piedi questo Paese, è fuor di dubbio. L’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown, i cui spettri aleggiano all’orizzonte di questo prossimo autunno, ha messo in grandissima difficoltà l’Italia, come non succedeva da decenni.

Ma di quale tipo di soccorso abbiamo bisogno?! L’intervento di Mario Draghi al Meeting 2020 di Rimini ha sottolineato come il grande debito pubblico che il Governo sta contraendo per contrastare gli effetti della pandemia rischia di gravare pesantemente sul futuro dei giovani. L’unica salvezza sarà quella di dotare il Paese degli strumenti adatti per costruire un futuro forte e questi strumenti si chiamano formazione e innovazione. E per consentire al Paese di formarsi, innovare, crescere e ricostruire occorre prevedere non solo un debito malato fatto di bonus e sussidi ma anche un debito sano fatto di incentivi e premi.

Che differenza c’è fra debito malato e debito sano?

Un’emergenza, di qualsiasi natura sia, la si affronta sempre su due fronti:

  1. risolvendo nell’immediato i problemi più urgenti;
  2. impostando quanto prima azioni che possano impedire il ripresentarsi delle stesse problematiche.

Se ho un secchio che perde, la prima reazione che posso avere è quella di aprire ulteriormente il rubinetto per mantenere il livello dell’acqua… ma alla lunga avrò un consumo più alto. Se, però, oltre ad aprire di più il rubinetto, mi adopero per chiudere il buco o sostituire il secchio, potrò permettermi di tornare ad un flusso di acqua minore e più sostenibile.

Veniamo ora al debito…

  • Se il debito contratto è costituito soltanto da bonus, sgravi, sussidi, le attività economiche e i cittadini avranno una liquidità disponibile che, considerate le gravi perdite dei mesi scorsi, utilizzeranno per coprire le perdite, per pagare i fornitori, per fare la spesa, per saldare un affitto, per sopravvivere cioè al momento;
  • Se il debito contratto si alimenta invece anche con incentivi e premi che permettano alle attività economiche di migliorare la digitalizzazione, di perfezionare la gestione operativa, ai lavoratori di formarsi, di crescere professionalmente, allora ci sarà la possibilità di, dopo aver passato il peggio, costruire un futuro più solido.

Il concetto esposto da Mario Draghi verteva proprio su questo approccio.

“Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre”.

“I sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri”.

È molto più facile creare debito malato: viene elargito denaro a chi ne fa richiesta ma l’utilizzo che farà di quel denaro è discrezionale e senza certezza di risultati.

Creare debito sano è decisamente più impegnativo: viene elargito denaro a chi deve però perseguire risultati, siano essi un corso di formazione, l’apertura di un’attività economica, la ristrutturazione di un immobile.

Sulle infrastrutture gli interventi di debito sano ne sono stati fatti, mancano ad oggi interventi seri sulla formazione, la digitalizzazione, l’innovazione.

Cosa c’entra il marketing?!

Anche nel marketing dobbiamo distinguere un marketing passivo da un marketing attivo: il marketing passivo basato sull’attesa e la speranza che qualcuno si ricordi di noi e un marketing attivo fatto di contatto diretto, di comunicazione mirata, di interazione.

Con il nuovo contesto di mercato che stiamo vivendo, stravolto dalla Rivoluzione Digitale, affiancare a un marketing tradizionale, di natura passiva, un marketing di nuova concezione, di tipo attivo, è l’unica soluzione ragionevole per affrontare il prossimo futuro e, considerata la velocità del cambiamento, anche il presente.

Per introdurre con gradualità il marketing attivo nelle nostre strategie di marketing aziendale occorre iniziare a vedere il digitale come un’opportunità e non come una minaccia, occorre iniziare a prendere coscienza che i clienti di oggi e, a maggior ragione quelli di domani, hanno gli strumenti digitali come punto di riferimento quando devono informarsi, valutare, confrontare, decidere e quindi comprare, sia l’acquisto da fare un prodotto o un servizio.

Una volta presa coscienza di questo, e il lockdown ha dato una notevole spinta verso la necessità di adottare gli strumenti digitali, è necessario acquisire la consapevolezza che il digitale offre molto di più dell’avere un sito web e dell’aprire uno o più profili social! Avviare una presenza web e una comunicazione social sono ormai operazioni comuni ma non vanno visti come un punto di arrivo (Il sito l’ho già fatto! Sì, la pagina Facebook ce l’ho da anni!) ma sono un punto di partenza, non sono un obiettivo raggiunto ma uno strumento per raggiungere i veri obiettivi del marketing: avviare una relazione solida e duratura con il cliente.

E oggi, alle soglie del Tremila, gli strumenti digitali a disposizione ci permettono di raggiungere molti più clienti in molto meno tempo e di costruire una relazione con loro in modo forte e duraturo. Capisco benissimo che un imprenditore di grande esperienza possa non percepire in modo netto la grande opportunità del mondo digitale ma… quando nei mesi scorsi avevamo le serrande dei negozi abbassate e i clienti sul divano, quali strumenti ci hanno permesso di far sapere loro che avevamo il servizio di asporto o di consegna a domicilio?! Anche se abbiamo riaperto le nostre saracinesche, il nostro cliente continua ad essere raggiungibile ovunque, sul divano, sul lettino in spiaggia, su un treno, in hotel, a casa di amici, al supermercato, in coda alle Poste, fuori dalla scuola.

Solo una relazione solida e duratura con il cliente può determinare il successo della tua attività. Diversamente sarai costretto ad aprire sempre di più il rubinetto senza riuscire a mantenere il livello di acqua.

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Se la tua gestione del cliente (trovarne di nuovi e mantenere quelli che già hai) sta attraversando un periodo complicato, ti invito a prendere in considerazione un cambio netto di strategia. Ciò che hai sempre fatto ti ha portato fino ad oggi ma le condizioni che c’erano fino a poco tempo fa non ci sono più. Con una chiacchierata di un’oretta, potremmo analizzare la tua situazione attuale dal punto di vista marketing.

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