Clubhouse, social rivoluzionario o fuoco di paglia?

Quando si muovono quei due, il clamore è assicurato.

C’è poco da dire, l’arrivo di Clubhouse all’interno del mondo social ha destato grande entusiasmo e grande interesse fin da subito ma ha avuto il boom quando Elon Musk, il proprietario di Tesla, e Mark Zuckerberg, il titolare della galassia Facebook, hanno fatto il loro ingresso nel social. E oggi sono tantissime le grandi aziende, i grandi personaggi, i principali social network stessi, ad avere il proprio profilo Clubhouse e ad usarlo sempre con maggiore consapevolezza.

Senza entrare troppo nel merito, mi è sufficiente dire che Clubhouse si basa su contenuti audio in diretta, possiamo quindi definirla come una chiacchierata live. Ognuno può aprire una propria room con un titolo e può invitare altri a partecipare a questa chiacchierata o impostare la room come aperta e ritrovarsi con migliaia di persone ad ascoltare. Naturalmente non è la riunione di condominio di Fantozzi, ci sono i moderatori che regolano i vari interventi e gli speaker che esprimono le loro considerazioni. Sono nate room di qualsiasi tipologia, pubbliche, private, su invito, estemporanee, programmate, e su qualsiasi argomento, dal marketing ai rapporti di coppia, dalle barzellette alla politica, dalle consulenze legali ai commenti sportivi. Ad esempio Zuckerberg ha parlato, come primi argomenti, di realtà virtuale e di lavoro da remoto, mentre Musk ha trattato i temi dello spazio e delle criptovalute.

All’inzio solo iPhone, a breve anche per gli altri.

Inizialmente disponibile solo su sistema iOS, quindi iPhone e dispositivi mobili Apple, ecco che Clubhouse sta per uscire anche per Android e, da social di nicchia, si trasformerà in un social diffuso come siamo abituati a conoscere.

Sono entrato su Clubhouse a febbraio 2021, grazie ad un invito ricevuto da un mio contatto in rubrica, che poi è l’unico modo ad oggi per accedere al social, attraverso cioè il caro e buon passaparola, e ho iniziato ad esplorare questa nuova frontiera social partecipando, sempre come ascoltatore, a diverse room con i più disparati argomenti.

Non vi annoierò con dettagli e considerazioni tecniche ma voglio darvi solo 2 punti su cui riflettere, una caratteristica positiva che considero rivoluzionaria rispetto agli altri social e un aspetto che reputo essere il più grande limite oggi, sempre rispetto ai social esistenti.

Contenuti autentici e senza filtri

Su Clubhouse, sia se organizzi tu la room sia che tu venga invitato come speaker, non avrai tanto a tua disposizione per fare una bella impressione o per catturare l’attenzione se non la tua competenza, la tua esperienza, la tua capacità comunicativa. Non ci sono filtri come su Instagram, non ci sono immagini psichedeliche per accompagnare i tuoi post, non c’è tutta la possibilità di preparare, progettare, impostare, valutare per poi andare in pubblicazione. Su Clubhouse ti fanno una domanda su un tuo argomento e sei solo tu con ciò che sai e ciò che sei. Non puoi “fregare” l’utente con un titolo acchiappa-click, devi metterci dentro esclusivamente quello che hai. Fantastico!

Eventi soltanto LIVE, nessun podcast.

Ho seguito room dal contenuto fotonico! Argomento d’interesse, moderatori e speaker competenti, interventi carichi di valore e di spunti di riflessione. Contenuti che qualcuno si farebbe tranquillamente pagare. Qual è il problema? La maggior parte di queste room le ho seguite alla guida, al posto della radio, o comunque in mobilità, camminando verso la scuola per andare a prendere i figli o nell’attesa di essere ricevuto in un ufficio. Non avendo quindi possibilità di prendere appunti e non avendo modo di riascoltare ciò che è stato detto in un secondo momento. Senza pensare a tutte quelle room, pregne di valore e di interesse, che per ovvi motivi non sono riuscito a seguire. E a tutte quelle room aperte da utenti che ora seguo ma programmate ad orari non compatibili con i miei. Alcuni consulenti marketing d’oltreoceano che parlano alle 03:00 del mattino. Senza un podcast o la possibilità di “salvare” una room, ecco che si perdono grandissime opportunità, si dissolvono nell’etere tantissime opportunità di crescita e di riflessione.

Nei prossimi mesi avremo il verdetto!

Sulla base di queste due semplici considerazioni, ecco che Clubhouse potrebbe essere effettivamente un social rivoluzionario per i meccanismi che conosciamo ma che, senza un sistema che permetta di sfruttare al massimo il potenziale che può esprimere, potrebbe finire tutto in un fuoco di paglia.

E tu, ci sei su Clubhouse?

Intanto, per chi volesse iscriversi a Clubhouse, ho a disposizione 7 inviti. Vi sarà sufficiente contattarmi attraverso il canale che più vi è comodo e chiedermi un invito. Nel frattempo potete pre-registrarvi sulla home page del social in modo da prenotare il vostro username, il nome utente.

Dai, ci vediamo… anzi, ci ascoltiamo là!

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