I 12 errori di un sito web (parte 2 di 2)

Abbiamo visto i primi 6 errori che spesso si commettono nel proprio sito web, adesso ne affrontiamo altri 6 in modo da arrivare ai 12 previsti dal titolo.

Chiaramente ce ne sono anche altri ma questi dodici sono sicuramente tra i più diffusi.

Se non hai letto l’articolo sui primi 6 errori, puoi farlo adesso a questo link >>> I 12 errori di un sito web (parte 1 di 2).

(7) Mancanza di link ad altre sezioni

L’utente tra le varie cose cerca la comodità. Più è comoda una situazione è più l’utente medio la insegue. E non succede solo online, succede ovunque: fila immane alle scale mobili e scale tradizionali vuote; parcheggio a 50 metri vuoto e macchine in tripla fila davanti alla scuola.

Online quindi agevoliamo la visita al nostro sito attraverso link ad altre sezioni, ad altri articoli, a siti collegati per svariati motivi (normative, tutorial, comparti aziendali).

(8) Assenza di CTA (Call To Action, ovvero “chiamate all’azione”)

Se l’utente è arrivato sul nostro sito, ci sarà un motivo. Quel motivo dobbiamo in qualche modo scoprirlo e il modo più efficace è quello di portare l’utente a fare delle azioni che possano essere tracciate, come ad esempio cliccare su un bottone, compilare un modulo, scaricare una risorsa.

Se il nostro utente compie determinate azioni, possiamo rincorrerlo con il re-marketing (azioni di marketing verso coloro che hanno già avuto contatti con noi).

Se il nostro utente ci lascia una sua casella di posta elettronica, possiamo inserirlo in una lista di invio email dedicata all’articolo o al servizio al quale è interessato.

Rendiamo il nostro sito interattivo per intercettare in modo efficace clienti in target, altrimenti possiamo solo sperare nei grandi numeri (più visitatori, più clienti), disperdendo energie e risorse.

(9) Mancato utilizzo di immagini e video

Un’immagine vale più di mille parole. E’ una massima che dovrebbe farci pensare più volte prima di riempire il nostro sito di parole condendole con qualche immagine destinata a rimanere lì per anni.

Siamo nell’epoca della comunicazione digitale, chiunque è in grado di produrre centinaia di fotografie al giorno e poi arriva sul nostro sito e trova le foto di 10 anni fa!

Occorre tenere vivo il sito, aggiornato nei contenuti testuali, nei contenuti dinamici, nei contenuti visuali.

E ormai tra i contenuti visuali non si può prescindere dai video perché, parafrasando la massima di prima, un video vale più di mille immagini.

Con gli smartphone attuali, tra la potenza delle fotocamere integrate e le app di editing sempre più sofisticate, anche la produzione video si sta diffondendo su larga scala. Per distinguersi occorre inserire i video all’interno della propria strategia in modo efficace e coordinato.

Coinvolgere gli utenti è l’obiettivo che si pone chiunque sia sul web. Perché noi no?

(10) Assenza dei bottoni di condivisione (social e messaggistica)

Se pubblichiamo qualcosa di utile per l’utente che arriva sul nostro sito, è doveroso dargli la possibilità di condividere con chi riterrà opportuno quel nostro contenuto.

In ogni articolo del blog, in ogni news, in ogni pagina del nostro sito web devoono esserci i bottoni per la condivisione sui social network e per la condivisione tramite email, Whatsapp o altra messaggistica.

Se il passaparola è considerato lo strumento di marketing più potente, perché non lo dobbiamo in qualche modo agevolare? Anzi, in determinate circostanze, una buona CTA (vedi punto 8) può essere quella di invitare gli utenti a condividere quel contenuto sui social.

(11) Mancato inserimento dei meta dati

I meta dati possiamo paragonarli a delle etichette che accompagnano i documenti informatici come del resto sono le pagine web. Alcuni CMS, i software per la realizzazione dei siti e quindi delle pagine web, richiedono espressamente l’inserimento di meta dati.

Esempi di meta dati possono essere il titolo di una pagina web, la descrizione, l’estratto del contenuto, i tag (le parole con le quali vogliamo etichettare quella pagina).

Inseriamoli o facciamoli inserire da chi cura il nostro sito web, ne va del posizionamento nei motori di ricerca.

(12) Assenza del Pixel di Facebook, dello Script di Google e delle API principali

Il Pixel di Facebook, lo Script di Google e le API sono stringhe di codice di programmazione che, se inserite in tutte le pagine del nostro sito o nella testata (se comune a tutte le pagine), possono darci tantissimi dati sulla navigazione degli utenti sul nostro sito.

Il Pixel e lo Script sono due codici di monitoraggio che ci permettono di attivare delle azioni automatiche in base all’attività degli utenti sul nostro sito: mostrare una determinata inserzione pubblicitaria solo a chi ha visitato quella specifica pagina; inviare un’email (avendola precedentemente raccolta) a chi non cliccato su un determinato bottone.

Queste stringhe, una volta inserite, lavorano autonomamente permettendoci di programmare in tutta comodità le azioni di marketing che vogliamo avviare sulla base della strategia aziendale.

Naturalmente tra i peggiori errori che si possano commettere c’è quello di lasciare il nostro sito web abbandonato a se stesso. Il mondo cambia continuamente e continuamente ci dobbiamo adattare.

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Se la tua gestione del cliente (trovarne di nuovi e mantenere quelli che già hai) sta attraversando un periodo complicato, ti invito a prendere in considerazione un cambio netto di strategia. Ciò che hai sempre fatto ti ha portato fino ad oggi ma le condizioni che c’erano fino a poco tempo fa non ci sono più. Con una chiacchierata di un’oretta, potremmo analizzare la tua situazione attuale dal punto di vista marketing.

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